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Le nuove frontiere del vino Organico, Biologico e biodinamico

Vini organici, biologici e biodinamici… sono questi i temi su cui molto si è discusso negli ultimi anni.
Il mondo del vino appare sempre più poliedrico, con una serie di definizioni ancora non chiare al pubblico meno esperto.

Ma di cosa si tratta e soprattutto quali sono le differenze fra essi.

Oggi provo a fare chiarezza, dandovi una panoramica su questi nuovi vini, che possiamo da subito definire vini “artigianali”, frutto delle scelte di agricoltori.

A partire dal secondo dopoguerra, scienza e tecnologia hanno iniziato ad accompagnarsi al vino, fornendo strumenti sia in vigna che in cantina per poter controllare parassiti e malattie, per rendere più produttivi piante e terreni.
Negli ultimi decenni il consumatore è molto attento a ciò che mangia e quindi anche a ciò che beve ed ha iniziato a sviluppare una sensibilità verso concetti quali il rispetto dell’ambiente, l’attenzione alla tipicità, la ricerca di prodotti alimentari genuini e “a km zero”.

VINO ORGANICO

Il vino organico è vino ottenuto da uve coltivate secondo i principi dell’agricoltura biologica, che tipicamente esclude l’uso di fertilizzanti chimici artificiali, pesticidi, fungicidi ed erbicidi.
La produzione del vino comprende due fasi principali: quella che avviene in vigna, cioè tutto ciò che riguarda la coltivazione della vite e quella che avviene in cantina, dalla fermentazione alcolica all’imbottigliamento. La definizione di base del vino organico come “vino prodotto con uve coltivate biologicamente”, riguarda solo la prima fase ovvero la coltivazione della vite.
Il vino “biologico” è in gran parte concentrato sull’uva che è priva di sostanze chimiche con pochi materiali sintetici aggiunti nel vino.

VINO BIOLOGICO

L’agricoltura biologica è la produzione certificata di alimenti freschi e genuini, ottenuti tramite processi agricoli che contribuiscono alla protezione delle risorse naturali, alla biodiversità, al benessere degli animali e favoriscono lo sviluppo delle aree rurali.
Letteralmente, nel settore agricolo il termine “biologico” si riferisce alle tecniche agricole o di allevamento del bestiame, che escludono o limitano l’uso di sostanze chimiche nei fertilizzanti e nei mangimi, quindi del tutto organiche.Per potersi fregiare del logo BIO secondo il regolamento (CE) n. 203/2012 è necessario essere certificati da un ente preposto, quali ad esempio AIAB, ICEA, ECOCERT Italia, CCPB, CODEX, Bioagricert, solo per citarne alcuni.

Produrre vino biodinamico

La corretta definizione di “agricoltura biodinamica”, indica il rapporto dinamico tra l’ambiente naturale e gli organismi che in esso vivono, nonché l’uso di tecniche che salvaguardino l’ambiente stesso e che dipendono da diversi fattori.
Oltre a seguire gli stessi criteri di quella biologica, l’agricoltura biodinamica è, infatti, influenzata da cicli lunari, dalle stelle e dai pianeti che favoriscono la crescita delle piante in modo naturale.

L’agricoltura biodinamica nasce negli anni Venti del Novecento ad opera di alcuni agricoltori che vedevano nella rivoluzione chimica dell’agricoltura una minaccia a lungo termine per l’attività agricola
La biodinamica vede in stretta relazione le energie del terreno, quella degli esseri viventi e quelle cosmiche.
Il calendario lunare di Maria Thun è ancora oggi considerato un punto di riferimento per le pratiche agricole in regime biodinamico.
L’intervento umano è ridotto al minimo e il terreno è trattato con preparati “dinamizzati” provenienti dalla stessa azienda, preparati internamente con elementi minerali, vegetali e animali. Questi servono ad incrementare la vitalità e le difese del terreno.

Altre preparazioni biodinamiche sono utilizzate per stimolare e armonizzare la crescita delle piante; tra questi i più noti sono il “corno di letame” e il “corno di silice”. Il “corno di letame” è appositamente preparato con letame di mucca mentre il “corno di silice” è un preparato finemente macinato di quarzo.

Sottoposti entrambe ad un processo di fermentazione in un corno di bue, il “corno di letame” viene applicato verso sera direttamente sul suolo prima della semina e serve ad incoraggiare la crescita di radici sane nelle piante aiutandole ad accedere facilmente e con efficacia alle sostanze nutritive del suolo.
Il “corno di silice” viene invece applicato nelle prime ore del mattino sulle colture.
Il preparato mira a stabilizzare il metabolismo delle piante rafforzando lo sviluppo qualitativo del raccolto.

Attualmente la certificazione biodinamica universalmente riconosciuta è quella rilasciata dall’associazione Demeter
Attuare queste pratiche significa esaltare e recuperare la dimensione contadina ricreando il concetto di armonia tra l’uomo e la terra, di un ecosistema funzionale in cui ogni cosa ha il suo ruolo e tutto è interdipendente.

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