Con l’arrivo della primavera nelle Langhe del Barolo e dell’Alta Langa, la vigna si risveglia.
Lentamente, come chi apre gli occhi dopo un sonno lungo e profondo, i primi germogli si affacciano tra i tralci potati con cura. Sono minuscoli, ancora fragili, ma carichi di possibilità. Succede ogni anno, e ogni anno riesce a sorprendermi. C’è qualcosa di profondamente commovente in questo gesto naturale e silenzioso, che si ripete da secoli senza mai perdere la sua forza.

Il risveglio della terra: i primi lavori nei vigneti delle Langhe
Nei campi che si snodano tra le colline del Barolo e le creste ventilate dell’Alta Langa, si ricomincia a camminare con una nuova attenzione.
Le giornate si allungano, le temperature si alzano piano, e con loro il ritmo di lavoro. È tempo di potatura verde, quella fine e precisa, fatta quasi più con lo sguardo che con le mani. Si lavora anche il suolo, ma con delicatezza. Non è il momento di forzare: è come accompagnare un risveglio, non di scuoterlo.
Qui la terra ci ascolta, ma solo se parliamo sottovoce.
E in questa primavera nelle Langhe ogni gesto sembra più vivido.
Lavorazioni primaverili sostenibili tra i filari del Barolo e dell’Alta Langa
È adesso che si gettano le basi di tutto quello che verrà. Usiamo strumenti leggeri, spesso manuali, per non stressare il terreno e favorire un equilibrio naturale tra le specie vegetali. L’inerbimento spontaneo viene gestito con tagli selettivi, lasciando che l’erba faccia il suo lavoro: proteggere, nutrire, respirare.
Evitiamo diserbi chimici e ci affidiamo al controllo meccanico, scegliendo ogni intervento con un’attenzione che è quasi cura. Questo approccio, che è tecnico ma anche profondamente etico, fa parte del nostro modo di fare vino: la nostra filosofia parte dalla terra, e dalla sua dignità.
È la stessa che ci guida tanto tra i cru storici del Barolo, quanto tra i vigneti in altura da cui nasce l’eleganza delle bollicine Alta Langa DOCG.

Dalle fiere alla quiete: tornare alla primavera delle Langhe
Sono tornata da poco dal Vinitaly. Giornate intense, incontri bellissimi, vini da tutta Italia. È un momento fondamentale del nostro lavoro, quello dove si raccolgono relazioni, si assaggiano idee. Ma ammetto che, ogni volta, il rientro ha un sapore speciale.
Togliersi le scarpe eleganti, rimettere gli scarponi, sentire il fango che tira sotto le suole. Qui non ci sono stand, né riflettori, solo il profumo dell’erba bagnata al mattino e il rumore di un paio di forbici che tagliano piano. È casa.
Un nuovo inizio
Ogni primavera è un nuovo inizio. Non parlo solo della vigna.
Anche io, in questi giorni, ho ricominciato a correre. Niente di eroico: qualche chilometro rubato all’alba, tra una colazione per sei e una valigia da disfare. Ma è un piccolo rito tutto mio, un modo per sentirmi viva e in cammino, insieme alla natura che mi circonda.
C’è una forma di poesia anche in questo: sapere che ogni anno si riparte, che tutto torna, ma sempre con una sfumatura diversa. Non esiste una stagione uguale all’altra, né una vendemmia che si possa copiare. C’è sempre qualcosa da imparare, qualcosa da lasciare andare, qualcosa da custodire meglio.
Quando la vigna si può anche vivere
Questo è anche il periodo in cui i filari iniziano a farsi belli da vedere, da attraversare, da vivere davvero. Mi capita spesso di pensare che la primavera nelle Langhe sia la stagione perfetta per venire a trovarci: l’erba è alta ma morbida, i germogli brillano al sole e c’è quel silenzio pieno di vita che si sente solo qui.
Quando accompagniamo gli ospiti tra le vigne o in cantina, sento che stanno entrando in qualcosa di più grande. Non è solo un’esperienza enologica: è un piccolo viaggio dentro un ritmo diverso. Un passo dopo l’altro, tra i filari, si impara ad ascoltare.
Se ti va di venire a camminare con noi, di scoprire da vicino questo risveglio, trovi tutto qui: Le nostre esperienze in vigna.

Pasqua nei vigneti delle Langhe: riti semplici e lenti
E poi c’è la Pasqua, che in campagna arriva sempre a braccetto con il primo sole caldo. Qui non si fanno grandi vacanze, ma si apparecchia lo stesso con cura. Si portano le uova sode nei campi, si brinda con un bicchiere del vino buono. Perché ogni primavera che arriva è, in fondo, una piccola rinascita.

Fare spazio
Viviamo in un mondo che corre, sempre in avanti, ma la primavera qui, tra le vigne del Barolo e i boschi dell’Alta Langa, non ha fretta. E forse è proprio questo che ci insegna: fare spazio. Nella terra, sì, ma anche dentro di noi. Lasciare che le cose nascano quando è il loro momento, non quando le aspettiamo.
E allora sì, buon inizio a tutti. Che sia lieve, pieno di scelte buone e germogli testardi.
Sara
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