Scopriamo il perché del grande successo del food trend Vino Unicorno e spieghiamo come non debba essere confuso con i grandi vini di territorio.
Il 2019 si è aperto con una nuova tendenza all’interno del mondo food: il Vino Rosa Unicorno.
Un prodotto che fin da subito ha fatto molto parlare di se; su tutti i canali social infatti è stato un boom di condivisioni, la notizia infatti non poteva passare di certo inosservata alle sezioni lifestyle delle maggiori riviste che non hanno perso l’occasione di parlarne, trasformando così il prodotto in un argomento virale che ha incuriosito molti lettori.

Instagram e l’estetica visiva
È Rosa, è glitterato è perfetto per essere postato su Instagram!
È questo lo spirito di base che ha dato vita al vino rosa di lacrime di unicorno.
Chiunque passi un po’ di tempo su Instagram, si sarà accorto come cibo e bevande si rivelino un mezzo creativo per creare grande coinvolgimento fra gli utenti.
Inoltre recenti indagini hanno scoperto come i ragazzi dai 18 ai 35 anni trascorrono cinque interi giorni l’anno a sfogliare immagini di cibo sul social e questo vada ad influenzare molto le loro scelte di consumo.
Per questo, le aziende e i loro marketer devono quindi essere sempre al passo e saper attirare l’attenzione dei consumatori con prodotti che rispecchino i loro stili di vita e gusti del momento, attraverso immagini in cui si possano identificare.

Un vino che sa far parlare di se
Come dice un’importante food Stylist, Adeline Waugh :
“Con tutto quello che sta succedendo nel mondo le persone voglio divertirsi con il cibo, o guardare un’immagine di cibo che sia colorata, felice e divertente.” – “With everything going on in the world, people just want to play with their food, or look a”t a picture of food that is brightly coloured, happy and fun.”
È così che l’azienda di vini spagnola, ha sfruttato la tendenza del cibo del cibo colorato, una moda veicolata dal social secondo cui, la caratteristica principale del cibo per attirare l’attenzione degli utenti stia nel colore.
In particolare si è ispirata al fenomeno Millenial Pink, ovvero la passione che spopola fra i giovani per i cibi rosa; dall’unicorn pizza, all’unicorn sushi, agli smoothies e cupcake si contano circa 54.150 immagini caricate con l’hashatag #millennialpink e altre 30 mila con l’hashtag #pinkfood; che come arcobaleni hanno colorato il nostro News Feed.

Altre aziende del settore alimentare partendo dai loro prodotti più popolari ne hanno realizzato l’alter ego ispirandosi alle stesse creature fantastiche in versione pink glamour.
Una mossa di grande astuzia da parte dell’azienda è stata quella di non svelare la ricetta si narra infatti, che il vino sia fatto con vere lacrime di unicorno; quest’idea va a calzarsi perfettamente nello storytelling fiabesco che è stato creato attorno ad esso, arricchendo la sua aura magica e misteriosa che piace tanto ai Millenials nel quale si riconoscono, come sfogo di una nostalgia di massa.
È meglio essere popolari o autentici? Che cosa distingue le due cose
Dal punto di vista enologico questo vino, infatti, ha provocato l’indignazione di esperti e appassionati di enologia, soprattutto perché quasi paradossalmente sembra avere almeno a gusto e gradazione le stesse caratteristiche dei vini rosati.
Risulta esserci però una differenza abissale fra i pregiati vini rosé e il vino in questione, e a porre la differenza sono parole come processo produttivo, tradizione, legame con la terra, che spostano l’attenzione sul concetto di autentico.
Per capire di cosa si tratti dobbiamo disintossicarci per un attimo dal mercato, e da tutto ciò che gira attorno al pensiero di notorietà. Proviamo, anche se non è facile, a sconsacrare mode ed etichette perché si sa, come nel vasto mondo dei vini questi valori svolgano troppo spesso un ruolo determinante e, pensiamo alle qualità che ogni vino di territorio possiede grazie alla terra, alle storie fatte di persone, al loro lavoro e alla tradizione che scorre nelle vene dei viticoltori che da generazioni lavorano per produrre vini veri.
Questi valori surclassano così il concetto di popolarità riconducendolo, a un significato effimero che, potrà cavalcare l’onda della notorietà, ma sarà presto destinato a essere dimenticato perché labile siccome manca di storia e virtù.

Possiamo dire che sia rosa ma non rosato
Ritornando alle caratteristiche del Vino Unicorno, molti articoli l’hanno descritto come un vino rosato, spieghiamo perché non sia così e come non possa rientrare in questa schiera.
Nonostante sul tema dei rosati ci sia molta confusione, unicorni a parte, illustriamo brevemente quello che è il processo produttivo di un vino rosato.
Per questo prendiamo un vino autoctono delle Langhe, il Langhe Doc Rosato, per capire come le lacrime di unicorno siano molto lontane da quello che è un vino rosé, ed è quindi bene che rimangano avvolte da quell’aura di mistero che gli dona magia e meraviglia sui social.
Per i vini rosati il metodo di produzione inizia come quello dei vini rossi; il vino è ottenuto partendo da uva rossa in questo caso da uva Nebbiolo, che viene raccolta a fine Agosto dopodiché pigiata e lasciata a macerare per 6 ore. Il contatto con le bucce serve per conferire aromi, tannini, polifenoli e nel caso dei rosati avviene solo per poche ore, ed è per questo che assumono il tipico colore rosato.
A questo punto della vinificazione avviene la separazione delle bucce dal mosto tramite una pressatura soffice dopodiché, viene messo a decantare in vasche termo condizionate a temperatura controllata per 12 ore, e durante il travaso il mosto viene lasciato fermentare per 20 gg a 18 gradi.
In commercio esistono molti vini rosati, provenienti sia da grandi che piccoli produttori; ognuno si distingue per l’uva di origine, per le tempistiche di macerazione, per la terra di provenienza e altre caratteristiche che fanno si che ciascun di essi incarni i propri profumi, aromi, e sensazioni che lo rendono unico e inimitabile.
Mettiamo a confronto le schede tecniche di due vini:
Vino Unicorno

Langhe DOC Rosato
È possibile riconoscere la virtù di autenticità in un’operazione di marketing?
Una cosa è certa, l’azienda spagnola, come lei stessa scrive, ha realizzato un prodotto per avvicinare i Millenials al mondo del vino e il suo merito è stato quello di saper colpire una determinata tipologia di target, esaudendo così le loro esigenze e incarnandone i gusti.
Tanto da poter parlare del Vino Unicorno fra i case history di una sapiente brand strategy.
Per molti l’invenzione de Lacrimas de unicorno sembra sia stata solamente un’ottima strategia per far parlare di se anche se, dall’altra parte offre però una fotografia chiara di cosa fa tendenza fra una folla più giovane e alla moda e faccia riflette anche su come si stiano delineando le nuove tendenze di consumo di bevande fra i Millenials.
Possiamo infatti parlare del Consumatore di design: che ha un forte orientamento verso l’immagine del prodotto, vuole catturare l’attenzione dei suoi followers attraverso il consumo di food trends, ed è sempre alla ricerca di marchi con un design forte e una messaggistica potente.
Questo aspetto può essere punto di riflessione per tutti, anche per i puristi del vino, che pur continuando a credere e glorificare il vino vero possono riconoscere come nell’era di Instagram le tendenze stiano evolvendo verso prodotti intesi come esperienze di vita che incarnano valori, gusti e modi di essere delle masse più giovani.
Nulla potrà mai sostituire le sensazioni che nascono assaporando un buon bicchiere di vino, il profumo, gli aromi, il sapore delle terra e l’autenticità delle tradizioni ma una cosa è certa sicuramente se non fosse stato inventato il Vino Unicorno non ci sarebbe mai stata risposta a questa domanda che, siamo sicuri in molti si saranno chiesti:
“Che colore hanno le lacrime di unicorno? Rosa, naturalmente.

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