Scopriamo l’origine, il terroir, il metodo di vinificazione e le caratteristiche che conferiscono l’unicità di questo spumante brut metodo classico millesimato
Se in una bella giornata settembrina, dopo un’escursione fra i filari e boschi di Langa, vi trovaste a ristorarvi in uno dei tanti locali tipici che occhieggiano nelle vie di Alba o di un qualsiasi comune della zona, notereste all’ora dell’aperitivo la crescente popolarità dell’Alta Langa, vino che attualmente incontra il gusto dei molti winelovers che stanno imparando a conoscerlo e ad apprezzarlo, sorseggiando le sue bollicine piemontesi nel calice appositamente creato da Giugiaro.
Un po’ di storia
Erano i primi anni dell’800 quando i Conti di Sambuy, influenzati dalla Francia e dalle sue produzioni vinicole, diedero inizio anche in Piemonte alla coltivazione di alcuni vitigni francesi: Chardonnay e Pinot Nero in particolare con l’intenzione di produrre vini spumanti simili a quelli della Champagne.
I precursori di questa sperimentazione furono i viticoltori della zona di Canelli, come Carlo Gancia, il quale tracciò la strada seguita da molti altri produttori che metteranno a disposizione le loro conoscenze e i loro terreni per dare inizio a queste nuove produzioni.
Dobbiamo arrivare al 5 marzo del 1990 perché il “Progetto Spumante Metodo Classico in Piemonte” fosse ufficializzato e il 23 novembre 2002 il Ministero delle Politiche Agricole riconobbe la Denominazione di origine Alta Langa, i cui vini ottennero finalmente la propria Docg.
Scopriamo la Docg dell’Alta Langa: il brut millesimato
I vini chiamati Alta Langa sono spumanti prodotti con il metodo classico e leggendo il disciplinare dello Spumante Metodo Classico Alta Langa si intuisce che è un vino che guarda a grandi ambizioni, per questo sono sancite regole molto severe legate alla produzione del medesimo e volte a preservarne unicità e qualità.
La DOCG Alta Langa infatti è riservata ai vini spumanti ottenuti da uve di Pinot Nero e Chardonnay dal 90 al 100% (al massimo si può aggiungere un 10% di vitigni bianchi piemontesi non aromatici).
Le viti devono essere coltivate in terreni con caratteristiche calcareo argillose esclusivamente collinari con altitudini non inferiori ai 250m sul livello del mare, caratteristiche che si trovano nelle colline a destra del fiume Tanaro nei territori di Asti, Alessandria e Cuneo.
I produttori piemontesi investono sull’Alta Langa
Sono molti i produttori che negli ultimi anni hanno deciso di dirigersi verso la produzione dello Spumante Metodo Classico piemontese: è il caso di Sara Vezza della Cantina Josetta Saffirio: “presto anche noi inizieremo a produrre Alta Langa” dice la produttrice langarola, spinta soprattutto dal grande successo della suo Nebbiolo Noblesse (Spumante Brut Rosè).
Passando dalle colline più dolci di Monforte, dove nascono i suoi vini più apprezzati, la produttrice infatti ha deciso di espandersi verso le comunità montane langarole, intraprendendo pionieristicamente questa nuova sfida dell’Alta Langa che, come ci confida Sara, è un progetto nato quasi per caso.
Voleva infatti espandere i terreni dei suoi vigneti, quando nel territorio di Murazzano, piccolo borgo delle Langhe, ha trovato il terreno giusto per dare vita alla nuova produzione dello spumante brut.
Queste colline aspre e povere su cui nasceranno i vigneti di Pinot Nero e Chardonnay si fanno protagoniste delle tante prospettive della produttrice che ha scelto queste terre perché dice:
“amo quella sensazione di selvaggio che la Langa del Barolo ha perduto”.
Intanto in attesa che questi vigneti diventino produttivi, Sara acquista le uve a Clavesana per poi vinificarle nella sua cantina continuando così a sperimentare questo prodotto e conoscere la risposta dei consumatori.
Una qualità artigianale unica
La vendemmia di quest’anno di Pinot Nero e Chardonnay è iniziata da qualche settimana e, come ci ricorda il disciplinare, la raccolta dei grappoli deve essere esclusivamente manuale utilizzando cassette forate.
Le previsioni dicono che la qualità e la quantità sembrano buone per questo 2019, anche se la produttrice Sara Vezza preferisce non anticipare l’esito della vendemmia e aspettarne la fine prevista entro il 20 di Ottobre con l’avvio della produzione in cantina; tuttavia ogni produttore spera che quest’annata possa imitare quella del 2018 con un record di un milione 300.000 bottiglie di docg millesimo di grande qualità.
L’Alta Langa è un vino millesimato, ha quindi una produzione limitata ma ogni anno unica, infatti questa caratteristica fa si che nasca solo da grandi annate diventando così una garanzia di qualità per il consumatore e l’obiettivo di Sara Vezza, come quello di ogni produttore, è quello di interpretare l’unicità di ogni vendemmia: ogni bottiglia di Alta Langa deve esprimere la personalità di quell’annata.
È evidente come queste caratteristiche determinino un prodotto di grande prestigio, curato artigianalmente da una filiera di viticoltori controllata dal Consorzio dell’Alta Langa, che nasce per essere garante della qualità e promotore dello stesso vino.
Quella dello Spumante Alta Langa è una lavorazione artigianale che viene espressa nello stesso metodo classico che prevede la rifermentazione in bottiglia di almeno 30 mesi, mentre se parliamo di Riserva avverrà su lieviti in 36 mesi.
Proprio nel rispetto dell’artigianalità e del disciplinare di produzione, la Cantina Josetta Saffirio inizia il processo di vinificazione pressando uva intera da cui viene scartato il primo 2-3% del succo utilizzato per il lavaggio delle uve dai fitofarmaci, polveri e altri residui, dividendo Pinot Nero e Chardonnay in lavorazioni separate e assemblandoli poi nella fermentazione.
Bianco o Rosè?
La spuma fine e persistente accomuna le due tipologie di Spumante Metodo Classico Alta Langa: vi è quello bianco con le tipiche sfumature che vanno dal giallo paglierino all’oro, con aromi di frutta bianca e agrumi, armonico al palato dalla delicata sapidità; mentre quello rosé (rosato) ha colore rosa più o meno intenso con l’aromaticità tipica del Pinot Nero e profumi di pompelmo e spezie, in entrambi i casi sono previste le versioni Riserva, con affinamento oltre i 3 anni.
Nel caso dei vini spumanti Jossetta Saffirio è prevista la produzione del Bianco, che potremo bere fra tre anni e mezzo.
Scelte sostenibili
L’obiettivo di Sara Vezza anche per queste nuove produzioni è di utilizzare la stessa filosofia fondata sui criteri di sostenibilità ambientale e tecnica limitando l’utilizzo dei prodotti chimici, offrendo così un vino sano e autentico.
Un grande successo
Si può ormai accertare in termini di risultati concreti la crescente popolarità delle bollicine piemontesi che sta coinvolgendo sia produttori che consumatori, introducendosi fra le grandi produzioni di Metodo Classico Italiane.
Dopo questo viaggio alla scoperta dell’Alta Langa non vi resta che assaporarlo lasciandovi stupire dal suo sapore unico che lo rende perfetto con i piatti della tradizione piemontese, sia superbo nei menu a base di pesce.
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